Parlare dei cambiamenti della nostra società è ormai diventato talmente ovvio che si potrebbe definire “out”, da “sfigati” come direbbero i nostri figli, cambiano i ragazzi, cambiano le famiglie… solo la scuola rimane lì immobile nel suo ruolo autoreferenziale.
Ho avuto la fortuna di andare in molte scuole, di incontrare insegnanti veramente in gamba che mi hanno dato tanto e mi hanno reso l’insegnante che sono ora, ho partecipato a 1000 cose interessanti, perché la scuola, qualsiasi scuola fa veramente tante cose al suo interno, commissioni, dipartimenti… tutti organismi che riflettono sulla scuola che sono in continua evoluzione per migliorare il servizio, ma…
arrivati al dunque, difficilmente si ascolta l’utenza, difficilmente si fanno schede valutative del servizio, somministrate a chi il servizio l’ha avuto, senza capire che queste schede non sono “je t’accuse” riferito al singolo insegnante o al singolo dipartimento, ma possono aiutare a capire come migliorare il servizio.
È inutile continuare a dare caviale a chi ha sete, non risponde all’esigenza più importante del momento.
SCUOLA… ROCCA DEL SAPERE O COMUNITA’ EDUCANTE?
Finalmente anche il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca mette mano ad una materia così delicata, e comincia a definire la scuola “ comunità educante”.
Comunità educante, dove ogni singolo individuo partecipa all’educazione del ragazzo, ognuno nell’importanza fondamentale del suo ruolo, con la sua ricchezza personale; comunità quindi, insegnanti, collaboratori, operatori della mensa, famiglie … tutti uniti verso un unico obiettivo: la costruzione di una Persona in divenire… la costruzione del futuro.
Il Dipartimento dell’Istruzione il 22 novembre 2012 invia a tutte le scuole un documento “ LINEE DI INDIRIZZO – partecipazione dei genitori e corresponsabilità educativa, dove evidenzia quanto sia importante :
“una partnership educativa tra scuola e famiglia fondata sulla condivisione dei valori e su una fattiva collaborazione delle parti nel reciproco rispetto delle competenze. Essa è riconosciuta come un punto di forza necessario per offrire ai ragazzi ai ragazzi la più alta opportunità di sviluppo armonico e sereno ed è parte del concetto sempre più diffuso che l’educazione e l’istruzione siano anzitutto un servizio alle famiglie che non possa prescindere dai rapporti di fiducia e di continuità che vanno costruiti, riconosciuti, sostenuti e valorizzati”
RIGNANO… QUANDO SCUOLA E FAMIGLIA NON DIALOGANO.
Molti di voi avranno sicuramente letto i grandi titoli dei giornali dedicati alla vicenda di Rignano Flaminio, quando alcuni insegnanti e alcuni collaboratori sono saliti all’”onore” delle cronache per torbide vicende di pedofilia.
Una vicenda che ha spaccato in due un paese, tra colpevolisti e innocentisti, e che tanto male ha fatto a tutta la comunità, (ho spiegato, ma sicuramente non ce ne sarebbe stato bisogno, perché solo il nome del paese evoca a tutti quella triste vicenda), quello che sicuramente molti non avranno letto, è stato il trafiletto del 27 novembre 2012 uscito su Repubblica Roma che riportava le motivazioni della sentenza di assoluzione con formula piena, delle persone accusate.. Non posso entrare nel merito, la giustizia sta facendo il suo corso, però, sono due le cose che mi fanno riflettere:
la prima, è la lacerazione e il dolore vissuto dalle persone di entrambe le parti, nella convinzione di aver ragione.
La seconda, come insegnante mi chiedo, come mai il progetto educativo di entrambe le parti non è stato condiviso? Le insegnanti coinvolte, a detta di molti, sono persone veramente in gamba, come si è potuto arrivare a una rottura così netta delle parti?
Aprire la scuola i genitori non significa deporre lo scettro, significa interagire con le dinamiche educative della famiglia, aiutare le famiglie ad attuare il progetto educativo per i propri figli, nel rispetto dei ruoli, con la competenza professionale che i docenti hanno.
Il rapporto scuola-famiglia è fondamentale, se il legame si lacera o è troppo tirato,
i risultati non saranno mai quelli voluti, da entrambe le parti.
Noi regaliamo ai genitori eletti negli organi istituzionali un libretto molto utile: “I genitori nella scuola,
manuale di presenza” di Cannarozzo e Colombo, tanto per cominciare a capire di cosa stiamo parlando
occorre infatti un linguaggio comune altrimenti si rischia di parlare inutilmente senza farsi mai capire.
Bell’idea, quali sono i punti fondamentali che tocca?
Il libro è articolato in schede non necessariamente collegate fra loro; ci sono schede di carattere normativo e altre di carattere pedagogico. Alla fine di ogni capitolo ci sono degli spunti di riflessione molto interessanti. Si parla di autonomia, di POF, di valutazione, di competenze.
“Cultura è lo svilupparsi
di una riflessione
critica e sistematica
sull’esperienza;
è l’introduzione
della persona
nella totalità del reale
tramite un giudizio.
L’uomo colto
è chi è giunto a possedere
il nesso che lega
una cosa all’altra
e tutte le cose
fra di loro.”
Ecco come si apre il libro!
Veramente bello, mi hai dato una grande idea, grazie.. lo comprerò e vediamo cosa ne viene fuori.. nn sarebbero male delle tavole rotonde con i genitori ed insegnanti, Grazie del contributo.
Ecco, comunità di pratica, il vero aggiornamento professionale …
Vero.. Credo molto, nel rapporto scuola famiglia, pur nel rispetto dei ruoli, purtroppo ancora non siamo arrivati ad una vera e propria cultura di condivisione, vuoi perché come diceva Flavia molti genitori non parlano la stessa lingua degli insegnanti, vuoi perché ci sono anche insegnanti che temono di essere messi sotto accusa o non sanno gestire il rapporto e temendo di essere troppo coinvolti, non si coinvolgono affatto.